I temi principali affrontati dal segretario generale Mauro Mongelli nella sua relazione e l’emozionante finale.
“Il nostro settore è caratterizzato da bassi salari, elevati ritmi lavorativi, difficile conciliazione dei tempi di vita-lavoro elevate, responsabilità e bassi livelli di sicurezza nell’espletamento della propria attività lavorativa, provato dalla pandemia e dalle conseguenze della guerra russo-ucraina. Ma soprattutto un settore in cui mancano risorse e personale. È vero che il governo ha stanziato 500 milioni nella legge di bilancio, ma ancora non bastano. Oggi il Fondo Nazionale Trasporti è l’unico che finanzia il TPL, un settore che vive di fondi pubblici e che non dipende dalla leva tariffaria. Ma si tratta di un fondo non indicizzato, che è una richiesta che noi facciamo danni, che risponda all’esigenza inflazionale. Mi chiedo quale genitore farebbe lavorare i figli in un settore, come quello del trasporto pubblico locale, a paga base e con queste responsabilità. Basterebbe questo per spiegare la carenza di autisti sempre più dilagante. Oltre alla barriera d’ accesso per il costo della Carta di qualificazione del conducente ed i salari bassissimi c’è anche il fenomeno delle aggressioni che crea un’emergenza nell’emergenza da contrastare con protocolli operativi che consentano interventi rapidi, aumentando le forze dell’ordine sui mezzi dopo aver individuato le tratte gli orari a rischio. Serve anche videosorveglianza a bordo di tutti i mezzi, isolamento del posto di guida degli operatori con cabine protette e creazione di collegamenti per l’immediata segnalazione. Le imprese di TPL dovrebbero garantire, in caso di aggressione, un’adeguata assistenza legale dei dipendenti, costituirsi parte civile nei procedimenti, e assicurare sostegno psicologico e specifiche polizze assicurative. Senza dimenticare il ruolo del legislatore in termini di maggiori tutele.”